mercoledì 12 giugno 2019

La fenomenologia del temine "resistenza" in 1984 (parte 3)

Il termine 'resistenza' appare per la quarta volta quando viene portato via il compagno di cella di Winston. Da qui in poi nessun partner lo accompagnerà e il protagonista rimarrà completamente solo.
 Dopo questa vicenda, il termine "Resistenza" riappare quando, durante le torture subite dalle guardie, le voci a lui rivolte fiaccano le sue difese rendendolo inerme di fronte a qualsiasi violenza, fisica e psicologica. Da questo momento in poi Wiston inizia a dare le risposte che i suoi oppressori si aspettano da lui, confessando crimini mai commessi per far cessare le disumane torture.

 L'apparizione successiva del termine si trova nel momento in cui viene spiegato come si sia evoluto il Partito negli anni. Inizialmente eliminava direttamente i dissidenti, ma con ciò lasciava spazio alla creazione di miti sui martiri della ribellione. Ora, invece, l'azione coercitiva del Partito mira ad annichilire qualsiasi resistenza trasformando i ribelli in meschini esseri umani completamente inoffensivi.
 L'ultima apparizione di "Resistenza" la troviamo quando questa azione annullatrice viene applicata proprio su Wiston.
In quella situazione egli sentiva di: "[...] Nuotare contro una corrente che vi spingeva all'indietro a dispetto degli sforzi più disperati, dopodiché decidevate all'improvviso di girarvi e, invece di opporre resistenza, di abbandonarvi a essa".
Ed ecco che alla fine anche l'animo ribelle del protagonista viene completamente sconfitto e umiliato, da una società che non poteva ammettere la benché minima forma di resistenza, al fine di garantire la propria esistenza e la propria vittoria, che contraddittoriamente deriva dalla sconfitta della libertà altrui.

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